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Crispin GURHOLT - Il vernissage dei simulacri (2011)
a cura di Lorenzo Taiuti
 
 
Martedì 15 marzo 2011 Velan presenta la personale di Crispin GURHOLT (Oslo, 1965), a cura di Lorenzo Taiuti - M-Multimedia. Il lavoro di Crispin Gurholt si colloca nella vasta area della rappresentazione contempo-ranea che sceglie, in modo imprevisto, il 'tableau vivant' d'origine ottocentesca. Il tableau vivant è dall'800 una modalità di fissare l'immagine nell'intervallo fra foto, pittura e linguaggi cinetici, e riappare negli anni sessanta fra le strategie dei linguaggi concettuali. Nella 'foto d'artista' degli ultimi anni si moltiplicano le riflessioni e auto-riflessioni sull'immagine che utilizzano la 'staged photography', come nelle atmosfere cinematografi-che di Anthony Crewdson, nei ritratti 'd'epoca' di Clegg e Guttman e di molti altri.

Le foto di Crispin Gurholt non sono più il 'momento della verità' della foto classica ma sempre di più la raffigurazione (vistosamente contraffatta) di un assunto dell'autore, una ricerca di prove indiziarie su una realtà sfuggente, aliena e di cui non si spera più di dimo-strare una verità. Elemento centrale è la focalizzazione dell'immagine significante fra gli infiniti linguaggi dell'immagine da cui siamo circondati. E quella ricerca del confine fra ci-netico e stasi che sono la base di un nuovo narrativo cine/teatrale. I temi delle foto e dei video di Gurholt sono ugualmente momenti al margine. Il margine fra arte e mercato in 'Stand', dove un terrorista (o un artista?) uccide la gallerista. Immagine divenuta poi foto in uno stand dove i galleristi sono africani (con riferimento all'emergere culturale dei nuovi paesi). Il margine ancora fra presenza fisica e assenza sociale nelle foto in cui persone socialmente marginali (gli emigranti) evidenziano la loro presenza nell'assenza d'attenzione degli altri. Il disagio sociale (o la complessità critica del sociale) sono al centro dell'attenzione in 'Torpedo 2006', dove ancora il terrorismo diventa il paradigma dell'antagonismo fra realtà contrastanti. Nel video 'Vernissage' la situazione simbolo del sistema dell'arte, il Vernissage dove si concentrano le strategie intorno al lavoro d'arte nella galleria, diventa uno still frame, un momento raggelato delle funzioni culturali. Questo 'still frame' diventa nel lavoro di Gurholt un momento 'frozen', ghiacciato, un flash che rappresenta il racconto, il serial, in una realtà iper-disincantata, in forme vicine al 'fashion look' delle foto di moda, al mondo delle false visioni che hanno rimpiazzato ogni possibilità d'effettivo sguardo sul reale. Un Vernissage appunto di 'Simulacri' secondo la famosa definizione di Jean Baudrillard.

 

 

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